Nel subito dopoguerra, Fasano così come tutta la nazione comincia la propria ricostruzione, dopo un periodo così buio si vuol tornare a divertirsi. Gli amanti del pallone, decidono di costituire una società calcistica, così come già fatto dalle cittadine limitrofe.
Associazione Sportiva Fasano, era il nome dato nel 1949, alla società che adottò il biancazzurro come colore sociale. Azzurro, come il colore del gonfalone civico. Bianco come il faso, il grosso colombo selvatico, simbolo della città. La prima società calcistica ha però vita breve. Nel 1954, durante l’ultima partita di campionato di prima divisione, il Fasano disputa lo scontro diretto con la capolista Liberty Bari, che in classifica aveva un solo punto in più sui biancazzurri. Una svista arbitrale durante gli ultimi minuti, permise alla formazione barese di pareggiare, compromettendo così l’esito finale dell’intero campionato. I tifosi fasanesi che già gustano la promozione in 4° serie, irritatisi, invadono il campo di gioco, alla ricerca dell’arbitro e dell’autore del gol. Tale episodio sancisce la radiazione della società.
LA NASCITA DELL’UNIONE SPORTIVA FASANO
Nell’ estate del 1964, Fasano, è senza una squadra che rappresenti la città nello sport più diffuso nel mondo.I tornei organizzati dal Bar Chiatante, però, avevano ricreato l’interesse dei cittadini per il calcio.
Nascono quattro società: l’U.S.Fasano, l’Assi Avanti, il Club Oratorio, e l’Inter Club, che si iscrivono alla III Categoria.
L’U.S. Fasano viene costituito nell’orbita del movimento giovanile della Democrazia Cristiana. Peppino Martellotta, giovane e ambizioso leader politico, che ha bisogno di ulteriore visibilità, viene eletto commissario, coadiuvato dai dirigenti: Dino Cofano, Donato Monopoli, Marco Olive e Antonio Napoletano, con le funzioni di segretario che ricoprirà ininterrottamente fino alla scomparsa della suddetta società, anche se gli ultimi anni in veste di amministratore unico. Tonino De Luca, Tonio Fanizza e Franco Sibilio sono i collaboratori tecnici della società. I numerosi derby, richiamano gran folla al campo sportivo di Via Taranto. Non c’è un allenatore e si lavora in gruppo: l’avvio non è ottimo, ma con una esaltante rimonta si vince il girone “brindisino” per accedere alla fase interprovinciale, che permette l’accesso alla categoria superiore. Gli avversari sono: Talsano, Racale e Pro Juve Galatina. Gli spareggi, per il Fasano cominciano molto male, si perde per 4-1, a Racale dove un giovane, un certo Franco Causio realizza una tripletta. Dopo quella sconfitta la squadra si riscatta vincendo tutte le altre partite che gli permette di conquistare il diritto di partecipare alla II Categoria.
VERSO LA FUSIONE DEL 1967
Alla fine della stagione 65/66, a Martellotta si unirono anche Gianmatteo Colucci e Giovanni Narracci che assunse la carica di presidente, si cominciò a pensare nell’ipotesi di fusione con le altre tre società.
Con una campagna acquisti molto oculata si forma una compagine che disputa un buon campionato terminato al quarto posto.
Nell’estate 1967, avviene ufficialmente la fusione ipotizzata l’anno prima, con: Club Oratorio, Assi Avanti e Inter club. Viene modificato il logo societario, lo stemma cittadino viene sostituito con lo stemma civico dei primi del secolo, sotto il quale viene aggiunto un pallone e la data 1967 e una fascia nera tra il bianco e l’azzurro in onore dell’Inter club.
GianMatteo Colucci appena eletto presidente, ingaggia il tecnico Tedeschi col quale allestisce un vero e proprio squadrone. Alla squadra si uniscono anche Camillo L’Abbate e Linuccio Baccaro. Vince il campionato con ben 51 punti (record per tornei a 16 squadre), si realizzano alcuni primati che a distanza di oltre tre decenni non sono stati superati. Perde e pareggia solo tre volte, mentre si vincono tutte le altre partite grazie ai gol di Potenza che ne realizza addirittura 23, Baccaro 14 e Lomartire 5.
LA PRIMA GRANDE STORICA PROMOZIONE IN SERIE C2 (1987/88)
Capozzi, deluso, si ritira e viene sostituito da Nino Di Biase eletto presidente, che con mister Conte vuole ritentare la scalata nella stagione successiva. La squadra, ottiene mediocri risultati da media bassa classifica, anche perché i migliori elementi dell’anno prima, andarono via. Di Biase dà una scossa all’ambiente è ingaggia Elia Greco, al quale viene data carta bianca dal presidente, per progettare il grande Fasano che raggiungerà la C/2 l’anno successivo. Arrivano alla società di Via C.Ferrini, alcuni tra i migliori giocatori della categoria tranne Prestanti e De Tommasi dal Monopoli in serie C1. La squadra era completa, mancava però un goleador d’esperienza, ma Greco puntò tutto sul giovane Vittorio Insanguine, il quale poteva esplodere da un momento all’altro viste le sue innate qualità tecniche. Il campionato non ha storia, il Fasano è di categoria superiore, e comincia a distanziare le concorrenti già a metà girone d’andata. Nel frattempo, l’affollatissima tribuna del “Vito Curlo” ospita tanti osservatori di società di Serie A e B, giunti a Fasano per visionare il fenomeno Vittorio Insanguine, il quale è più prolifico di Maradona, Careca e Van Basten. Con i suo 25 gol da un notevole contributo alla riuscita del trionfo del Fasano.
La città tutta è orgogliosa di questa squadra da record e l’entusiasmo dei tifosi sale alle stelle. Il Fasano vince tutte le partite interne senza mai subire un gol nello stadio di Fasano, solo 11 sono i gol subiti, e le uniche due sconfitte, a Nardò (1-0) e ad Acri (all’ultimo minuto su calcio di rigore) coincidono con le uniche due assenze dei tifosi al seguito della squadra. La promozione giunge il 10 aprile 1988, a Senise piccola cittadina della Basilicata che viene letteralmente invasa dai tifosi biancazzurri, che dopo l’invasione di campo portano in trionfo i loro beniamini, i quali vengono accolti con calore dai fasanesi rimasti in città, al ritorno dalla trasferta.
L’entusiasmo contagia tutta la città, che festeggia la promozione, in piazza con una festa ufficiale, con un disco con inciso “Vinci per noi” l’inno ufficiale, scritto e cantato da Valeriano Prestanti, e con “Fasano C2” il video e il libro edito da Osservatorio.
IL RITORNO IN C2 E IL SOGNO DELLA C1 (1999/2000)
Sulle ali dell’entusiasmo il patron Fabio Ghirelli, attraverso l’aiuto dello sponsor Emmezeta (che stava aprendo l’ipermercato a Fasano), allestisce una formazione competitiva col proposito di salire immediatamente in serie C1. Arrivano nomi altisonanti dalla serie B, mentre guidare la squadra non è più Carrano, ma il veneto Gabriele Geretto. Il Fasano comincia alla grande, vincendo e convincendo 2-0 a Catanzaro e nelle altre giornate fino alla quinta, dove perse 4-3 a Battipaglia. Si giunge alla settima giornata quando il Faso e ancora capolista e a contendersi il primato, arriva al “Vito Curlo” il blasonato Messina. Qui i siciliani dimostrano la loro superiorità tecnica e tattica, infilando Gentili al primo tiro in porta. Nonostante la sconfitta, il pubblico di casa saluta entrambe le squadre con un applauso. Un assurdo episodio si verifica qualche instante più tardi: un tifoso messinese scavalca la rete ed una volta in campo si dirige verso la gradinata fasanese facendo gesti volgari. Questo episodio genera un invasione di campo da parte di entrambe le fazioni. Durante il campionato viene esonerato Geretto, per i risultati inferiori alle aspettative, che viene sostituito da Di Benedetto. I risultanti però non cambiano, e si fa inevitabile il ritorno di mister Geretto che condurrà la squadra fino a raggiungere i sospirati play-off. Negli spareggi play-off il Faso incontra L’Aquila. La formazione abruzzese spegne subito gli entusiasmi dei tre mila del “Vito Curlo”, infilando una umiliante sconfitta per 3-1 alle maglie di casa. Nel ritorno, stesso risultato, col quale si decreta l’eliminazione del Fasano nei primi play-off della sua storia.
Nel frattempo in società cambia qualcosa, il patron Ghirelli rompe i suoi rapporti col presidente del Venezia calcio Maurizio Zamparini, da tre stagioni sponsor del Fasano. La dirigenza fasanese si ritrova all’improvviso senza la principale fonte economica, oltre che ai piccoli sponsor che orbitavano attorno all’ipermercato. I più maligni, pensarono che l’eliminazione dai play-off, fosse stata generata anche dalla situazione societaria, fino ad allora ancora non resa pubblica.
LA SCOMPARSA DELL ‘U.S. FASANO (2002)
Una fantomatica cordata di investitori romani sarebbe intenzionata a rilevare la società, ma le trattative non sembravano tanto serie, anche perché i romani portano in dote ben poche garanzie.
La mattina di lunedì 29 luglio, ultimo giorno valido per l’iscrizione al campionato, due tifosi (e collaboratori della società), cercano di mettere in contatto il patron col nuovo sindaco attraverso il telefono, ma è tutto vano: tale operazione non ha esito positivo. Alle ore 19:00 dello stesso giorno l’Unione sportiva Fasano s.r.l. rinuncia all’iscrizione alla serie C2 e successivamente alla propria esistenza.
Info: U.S.Fasano